11 Ott Relazione tenuta dal dottor Livio Pagnoncelli all’Università “La Bicocca”
Il Consorzio Italiano Scatolifici è un consorzio privato senza fini di lucro costituito da produttori d’imballaggi in cartone ondulato per tutelare gli interessi di una categoria ancora poco considerata. Una rete virtuosa di aziende, unite con un unico obiettivo: promuovere la qualità del lavoro in ogni sua componente, la responsabilità sociale delle imprese e lo sviluppo sostenibile nel prodotto e nella sua produzione.
Un progetto importante
Il Consorzio Italiano Scatolifici condivide con i suoi membri un forte spirito etico che si traduce in un’attenzione alla responsabilità sociale d’impresa. Espressione emblematica di tale principio è CLS, la Cooperativa Lavoro e Solidarietà di Saronno (VA) che gestisce attività di scatolificio e cartotecnica a favore di disabili psicofisici. Suo obiettivo primario è dare dignità di lavoratori ai soggetti portatori di handicap, favorendo l’integrazione in un ambiente di lavoro comune. Fondamentale, per questa impresa di rete, è cogliere i bisogni e soddisfare le esigenze della persona disabile in un’ottica globale, ponendo attenzione allo sviluppo delle potenzialità inespresse, alla propria autogestione, all’inserimento lavorativo e al “Dopo di noi“, valorizzando così
il bilanciamento tra lavoro e tempo libero.
“La responsabilità è reciproco sostegno” (Giovanni Paolo II): questo è il principio e fondamento della Cooperativa Lavoro e solidarietà e del Consorzio Italiano Scatolifici.
http://www.consorzioscatolifici.it/
Relazione tenuta dal dottor Livio Pagnoncelli all’Università “La Bicocca”
Sono il direttore di una cooperativa sociale, non profit, Cooperativa Lavoro e Solidarietà di Saronno che si occupa di persone disabili e sono qui in rappresentanza del Cis ( consorzio Italiano Scatolifici) in quanto la Cooperativa è socia di questo consorzio perché gestisce uno scatolificio industriale ed una cartotecnica che ha festeggiato proprio in questi giorni i 30 anni di attività.
La nostra società è una fabbrica integrata dove 18 abili e 34 disabili sopratutto con deficit intellettivi, down e disagi psichici lievi, lavorano insieme producendo imballaggi in cartone ondulato (scatole di cartone) ed espositori di cartotecnica che vendiamo ad aziende Profit. E’ significativo, e per noi anche molto gratificante, che il Consorzio Italiano Scatolifici abbia scelto la Cooperativa CLS in rappresentanza dell’intera categoria industriale, nell’ambito di questo convegno. Credo che le ragioni di tale scelta siano da ricercare nell’unicità della nostra realtà industriale e sociale che ben rappresenta la Responsabilità Sociale nel concreto della quotidianità. Per la definizione di Responsabilità Sociale d’impresa ci riferiamo a quella contenuta nel libro verde del 2001 della commissione Europea: “La responsabilità sociale è l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate“.
Vorrei sottolineare, integrazione volontaria. Cioè nelle società Profit gli strumenti della Responsabilità Sociale sono implementati su base volontaria perché come scrive un premio Nobel dell’economia che ” la finalità ultima di ogni impresa è la creazione di valore economico per gli azionisti attraverso la massimizzazione del profitto. Oggi l’attenzione generale alla Responsabilità Sociale è in continua crescita e conformarsi ad essa è diventata per le imprese Profit quasi una necessità, per preservare un’immagine positiva della loro attività economica ed imprenditoriale agli occhi dei consumatori, degli investitori e delle comunità locali presso cui l’impresa produce e vende. Ma comunque resta una scelta volontaria. Per le Cooperative sociali Non Profit la Responsabilità Sociale è un bene normale è la finalità ultima dell’agire quotidiano: non miriamo a massimizzare il profitto allo scopo di dividere gli utili bensì dare una dignità lavorativa alle persone disabili offrendo lavoro. Non è una scelta dettata dalla volontarietà o da una sensibilità sociale, è una scelta consapevole che grazie a diversi fattori e scelte imprenditoriali azzeccate, ha aiutato la cooperativa a crescere.
In uno scatolificio, la produzione è realizzata da macchine che devono solo essere alimentate inserendo fogli di cartone, lavoro ripetitivo che ben si presta alla tipologia delle persone svantaggiate, operazioni semplici e ripetitive. Abbiamo un sacco di ragazzi che il metro non lo sanno leggere, ma sanno fustellare, incollare e cucire le scatole. Sulla base di queste risorse e abilità, abbiamo intrapreso l’attività industriale che poi negli anni abbiamo sviluppato. Abbiamo sempre trovato clienti che a parità di quotazione della scatola rispetto al mercato, a parità di servizio, consegne che rispettano la richiesta, a parità di qualità del prodotto sono ben contenti di acquistare da noi. Non ci regalano niente, ci mettono in grado di competere con altri fornitori e di misurarci con loro, ma una volta instaurato un rapporto commerciale apprezzano il nostro obiettivo sociale e ci sostengono con le loro commesse di lavoro.
Credo che parecchi di voi e invito chi ancora non l’avesse fatto a vedere il film di Claudio Bisio : “Si può fare” è un po’ la rappresentazione del nostro lavoro quotidiano. Se ripercorro i 30 anni di crescita, intravvedo i vari principi fondanti la Responsabilità Sociale che si leggono nel rapporto di Sodalitis sulla CSR:
- Il principio della centralità della persona. Abbiamo scelto di dare un’opportunità di lavoro dignitoso a persone disabili consapevoli delle difficoltà che hanno queste persone nella ricerca e nel mantenimento del posto di lavoro. Premiamo l’impegno non la produttività: se un ragazzo down può produrre per il 50% rispetto a un normodotato, richiediamo questo impegno e abbiamo valutato che nel corso del tempo, un miglioramento delle prestazioni e quindi abbiamo anche una crescita professionale oltre che di integrazione sociale
- Il principio della responsabilità e coerenza. Costituendo la Cooperativa ci siamo assunti di fronte alle famiglie, alla comunità locale questo impegno sociale e devo dire che siamo andati oltre al fatto di offrire un lavoro; tredici anni fa’ abbiamo aperto un CSE perché non tutti i disabili possono accedere al lavoro e oggi abbiamo n.30 disabili con 7 educatori; 2 anni fa’ abbiamo aperto una comunità alloggio per dare una casa a chi restava senza genitori, abbiamo aperto dei miniappartamenti e per ultimo, ma forse primo per importanza, abbiamo costituito una Fondazione CLS per gettare le basi di un governance solida.
- Il principio di correttezza e trasparenza. Abbiamo applicato sia alla nostra struttura interna, sia verso l’esterno, clienti e fornitori un principio di correttezza e di obblighi contrattuali, di trasparenza di dati, di presentazione del bilancio sociale. Nella realtà Saronnese siamo conosciuti e sostenuti nelle varie iniziative, prova ne è il fatto che abbiamo appena inaugurato la nuova sede produttiva di 3600 mq. grazie alla collaborazione del volontariato coordinato dalla fondazione cls.
Credetemi, non è stata una passeggiata ma quando trovi, l’ente pubblico che ti agevola concedendo in diritto di superficie il terreno, dei professionisti che progettano gratuitamente, dei fornitori che ti aiutano nelle forniture, la cittadinanza che partecipa alle varie iniziative di raccolta fondi, la strada si spiana e i sogni si realizzano.
Non voglio però lasciare una impressione di trionfalismo perché i problemi ci sono, le difficoltà anche soprattutto in questo ultimi anni di crisi economica si fanno sentire, ma lo spirito di solidarietà sociale che ci anima, genera la speranza in un futuro migliore.